La Valtrompia, una delle valli bresciane più laboriose a livello nazionale è Patria del Ferro e delle armi, ma di molto altro ancora.
Montagne meravigliose, borghi e chiese millenarie, storia e grandi opere d’arte, ai confini di una città d’arte (Brescia) e di un lago romantico.
QUI , QUI e QUI alcuni preziosi suggerimenti.
Grandi ed ingegnosi lavoratori
In effetti gli abitanti di questa valle per certi risvolti dal carattere piuttosto misterioso e particolare, si sono dimostrati nel tempo come grandi lavoratori ma non solamente, essi si sarebbero contraddistinti nella realizzazione di particolari oggetti, che con il tempo sarebbero divenuti fra i più prestigiosi al mondo. La Valtrompia è da sempre protagonista delle migliori armi sportive artigianali a livello internazionale ma anche della lavorazione di ferro ed acciaio, per la produzione di utensili per casalinghi di assoluto prestigio.
Metalli, ferro e armi
Possiamo dire con certezza assoluta che la Valtrompia sia divenuta nel tempo icona nella lavorazione dei metalli. Per anni questa valle bresciana è stata un’ esempio da imitare per molti. Tanti si saranno chiesti i motivi di tanto successo, un successo che a mia opinione è da ricercare nei tempi passati e nelle passate culture e tradizioni cui la Valtrompia è stata protagonista.
Antiche origini
E’ necessario comprendere che i moderni valtrumplini abbiano avuto antichi discendenti come i primitivi abitanti del periodo neolitico. A questi antichi discendenti del popolo valtrumplino, si sarebbero aggregate nei secoli altre tribù, provenienti da differenti territori anche molto lontani come l’ Europa ma anche la lontana Asia.
In seguito i valtrumpini subirono l’influenza di una grande migrazione: quella del popolo celtico. Una popolazione quella dei Celti che lasciò chiari e marcati segni nella zona.
Anticamente ogni gruppo era in possesso di un bagaglio culturale differente, come pure il linguaggio e le caratteristiche fisiche, proprio per il fatto di essersi stanziati in Valtrompia da zone lontane e differenti.
Ipotesi di migrazioni lontanissime
Alcuni sarebbero arrivati nientemeno che dall’ India ma nel proprio cammino sarebbero venuti a loro volta a contatto con altri popoli ancora, dai quali avrebbero appreso anche vocaboli nuovi riuscendo tuttavia a conservare una certa affinità lessicale.
Stando a quanto sostenuto dagli esperti di lingue, dal ceppo iniziale indoeuropeo avrebbero origine le lingue ed i dialetti europei fin dall’antichità come l’etrusco, il celtico, il retico, il greco, lo slavo, il latino, il germanico e le lingue neolatine.
Dai nomi dialettali di alcuni paesi della Valtrompia è possibile capire l’influenza della storia nella lingua. Sono un esempio i paesi di Noboi, Zenà, Sèrès, Grina e Naèze, nomi che contengono a livello linguistico una grande storia passata cui la Valtrompia è stata protagonista.
L’estrazione del ferro lungo i secoli
Per quanto riguarda la lavorazione del ferro tanto cara all’economia della Valtrompia, possiamo affermare con certezza abbia origini davvero antiche. L’estrazione e la conseguente lavorazione del ferro è un’ attività che per secoli fino ai nostri giorni ha impegnato gli abitanti della valle e credo continuerà ad impegnarli nei secoli futuri.
La Valtrompia, situata in una gola fra boschi e montagne, non fu certo da considerarsi una zona ricca. La ricchezza della zona venne però proprio da quelle montagne che avrebbero impedito grandi e fruttuose coltivazioni. Come? Con l’attività estrattiva di minerali ferrosi.
Gli inizi dell’attività estrattiva
L’ attività estrattiva del ferro in Valtrompia prosegue dall’epoca romana, stando a fonti più leggendarie che storiche.
Comunque lo si voglia vedere l’estrazione del ferro e la conseguente lavorazione, soprattutto per la produzione di armi, sono state per la zona un grande sbocco economico e fonte di sostentamento.
Durante questo tempo gli abitanti della zona si sarebbero tanto specializzati da fare della propria arte un vero e proprio business
Questo permise alla Valtrompia, già patria del ferro, di divenire una vera e propria icona nella produzione di armi e di utensili da cucina.
Esistono documenti che testimoniano l’attività estrattiva del ferro da miniere molto antiche. Alcuni statuti risalirebbero al 1341. Una curiosità: sembra che anticamente fossero utilizzati addirittura i bambini nel settore estrattivo proprio per la ridotta conformazione fisica che li avrebbe resi agili a divincolarsi negli stretti cunicoli delle miniere di ferro della zona. La tradizione nella lavorazione del ferro in Valtrompia è nientemeno che millenaria.
Testimonianze e reperti archeologici
Questo particolare è testimoniato da vari reperti. Nella zona di Pezzaze (alta Valtrompia) furono ritrovate antiche tracce di “scorie di fusione” che testimoniano una lavorazione del ferro già frequente in epoca preistorica. Siamo di fronte ad una valle con montagne ricche di minerali, boschi, torrenti. Nella Valtrompia antica non sarebbero quindi mancati gli “ingredienti” necessari per fare dei propri abitanti, esperti estrattori di metalli e di conseguenza espertissimi forgiatori, artigiani in questo settore.
Proprio per questa ragione, in tale ambito, i valtrumplini avrebbero acquisito un particolare ingegno, una particolare pratica, affinata nei secoli successivi dalle scoperte scientifiche fino a portare la zona ad avere forse più industrie che case. Consideriamo che in Valtrompia in genere in ogni casa si cela un laboratorio artigianale.
I Romani
Lo sfruttamento intensivo della lavorazione del ferro tuttavia sarebbe iniziato in epoca romana. Nel ’15 gli antichi romani istituirono la provincia di Retia cui la Valtrompia faceva parte. Al governo della zona i conquistatori Romani misero la tribù Fabia comandata da una sorta di Prefetto, in questo caso specificatamente un Princeps. Il Prefetto avrebbe avuto il controllo sulla valle fino a Zanano.
La zona divenne un tassello importantissimo per Roma, un impero basato sulla conquista, sulla guerra, sul perenne mantenimento dei propri vastissimi territori. Roma realizzò la “confederazione romano-italica”, una sorta di capolavoro politico ed amministrativo romano. La Valtrompia da quel momento iniziò a rifornire Roma di quello che maggiormente necessitava: il ferro e le armi.
A lavorare in miniera e quindi a fare il “lavoro sporco” furono all’epoca schiavi e delinquenti che il grande impero romano obbligava ai lavori forzati.
In seguito le terre furono divise in pagi e la romana Brixia costruì una via di comunicazione con la valle ed un acquedotto che da Gazzolo di Lumezzane forniva l’acqua alla bassa valle e a tutta Brescia.
L’acquedotto di Lumezzane
Questo accadde nel II secolo, in età prima augustea e poi tiberina. In quel passato periodo gli abitanti della Valtrompia furono costretti a scegliere o arruolarsi nei ranghi dell’esercito romano oppure migliorare il proprio status tramite lavori in grado di portarli a guadagnare di più sia a livello monetario che di censo.
I più abili vennero addirittura inseriti nelle coorti pretorie. Anche in Valtrompia non mancarono famiglie potenti legate all’impero romano, è il caso della famiglia Roscia. Questo particolare storico importantissimo è testimoniato dalla ville patrizie situate a Villa Carcina.
Roma fu un impero in genere piuttosto attento alle culture ed alle tradizioni dei conquistati.
L’impero non soppresse le tradizioni e le autonomie locali, ma al contrario avvantaggiava i locali portando tecnologia, progresso, amministrazione razionale e cultura.
Roma permise la circolazione di una moneta propria nelle terre degli antichi Galli Cenomani, compresa la Valtrompia.
Il miracolo economico
Da questi antichi periodi gli abitanti della valle bresciana si specializzarono in modo sempre crescente nella lavorazione del ferro.
Fu così che nei secoli divenne un grande esempio di imprenditoria artigianale, fatta di una miriade di piccole ed efficientissime aziende, duro e costante lavoro. Ma anche di costante e continuo aggiornamento, fino a divenire il “miracolo economico italiano”.
Come è possibile comprendere dalle origini di questa valle bresciana, è il fatto che le tradizioni, la cultura del passato, siano importantissime nell’espansione di una civiltà.
Talvolta queste tradizioni passate ed apprese secoli prima, sarebbero riuscite a fare di una zona povera un territorio estremamente ricco ed ingegnoso.