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IoT, Internet of Things

IoT, Internet of Things, l’Internet delle cose. Quali sono i rischi e le misure per la protezione dei dati personali.

La Cyber Security per gli Iot, Internet of Things, la sigla che indica i dispositivi di uso quotidiano diffusi in tutte le case che raccolgono una mole enorme di dati personali, è una questione oggetto di studio e di profonde valutazioni in merito ai metodi e alle strategie da adottare:

i rischi sono numerosi ed elevati, sia in termini di protezione dei dati personali che di rischi dovuti a malfunzionamento di oggetti informatici:

questi potrebbero esporre a rischi di incidenti i loro utilizzatori.

Foto di Methodshop da Pixabay

I problemi che si pongono in merito all’utilizzo e alla rapida diffusione degli Iot sono relativi a 2 questioni fondamentali per la tutela dell’individuo:

1 – problemi relativi alla protezione della privacy

2 – problemi relativi a quali standard di sicurezza applicare per la protezione fisica dell’utilizzatore.

Foto di Jeferrb da Pixabay

Tali questioni devono essere affrontate in maniera sistematica prima possibile: si prevede che a partire dal 2020 si implementerà l’applicazione del 5G, che non farà altro che ingigantire i già numerosi problemi di Cyber Security in materia di IoT.

Per la protezione della Privacy, l’applicazione del GDPR è il primo passo da compiere per proteggere i dati degli utilizzatori degli IoT, Internet of Things, e dei loro conviventi.

Si pensi a dispositivi come gli assistenti virtuali di riconoscimento vocale di Google e di Amazon:

la corretta applicazione del GDPR è certamente il primo approccio per la tutela della privacy che deve essere attuato dalla azienda erogatrice del servizio;

altri accorgimenti come la protezione della navigazione dati attraverso sistemi crittografati, la scelta di rete wifi sicure, la scelta di password complesse e modificate costantemente sono alcuni degli accorgimenti che gli utenti dovrebbero applicare per tutelare i propri dati ed assicurare il corretto funzionamento dei dispositivi.

Ovviamente, maggiori sono i dispositivi IoT, Internet of Things, connessi ad una rete domestica, maggiori sono i punti vulnerabili che possono essere oggetto di attacchi da parte di hackers. Le reti wirelss sono ancora più vulnerabili rispetto alle reti cablate, e le reti wireless pubbliche sono ancora più pericolose rispetto a quelle domestiche.

L’utente dovrebbe essere consapevole di tutti i rischi che corre quando utilizza un dispositivo connesso ad internet. Grazie alla consapevolezza dei rischi e alla cultura della protezione, bastano pochi accorgimenti per potere mettere in sicurezza tutta la rete domestica e i dispositivi collegati. 

A tale proposito esiste il programma IQS ( IoT Qualified as Secured ), acronimo di “Internet delle Cose  Qualificate Sicure”.

Originariamente era pensato per gli utenti che volevano un controllo delle sicurezza delle loro devices. Poi è diventato il programma di certificazione per i progettisti IoT che lo utilizzano per valutare la sicurezza delle applicazioni IoT progettate.

Sono le parti terze che utilizzano tale software:

operatori esterni, professionisti e consulenti a cui vengono richiesti pareri e consulenze in merito alla sicurezza delle progettazioni e dei sistemi IoT prodotti.

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